lunedì 28 settembre 2015

Legge Bavaglio: il Pd realizza il sogno di Berlusconi

Le priorità in questo paese sull'orlo del baratro sembrano essere scelte al contrario: invece di approvare leggi che incentivano lavoro, energie rinnovabili e sanità, vengono approvate porcate come la riforma del Senato (fatta così non è inutile, è dannosa!!!) e la legge bavaglio. Non vi sentite più tutelati adesso? Quando chiamerete, d'ora in poi, potrete dire a vostra moglie "Amore, arrivo tra 10 minuti" con la sicurezza che nessuno intercetti più la vostra telefonata. 

“Un grande regalo ai criminali”: il giudice Nicola Gratteri fatica a prendere seriamente quei provvedimenti nascosti nella riforma del processo penale che renderebbero di fatto “impossibili le indagini di mafia”.
Gratteri, partiamo dal divieto di registrare un colloquio di nascosto: si rischiano fino a quattro anni di carcere.
Noi sproniamo continuamente i cittadini a collaborare con lo Stato nella lotta alle mafie, chiediamo che denuncino, che non siano omertosi. È davvero molto grave lanciare il messaggio che lo Stato adesso vuole l’opposto, ovvero punire l’imprenditore che ha la prontezza di registrare col cellulare chi lo minaccia o gli chiede il pizzo. Anche perché gli avvertimenti avvengono una volta sola, poi arrivano le bombe. Non possiamo permettere contraddizioni così evidenti, e abbiamo davvero bisogno dell’aiuto della gente nella raccolta della prova.


Intercettazioni, paladini di ieri e censori di oggi. Da Serracchiani a Orlando: gli specialisti della giravolta sul bavaglio


Debora Seracchiani (PD) 2011:
“Sulle intercettazioni non possiamo andare contro la Corte di Giustizia europea che pone il diritto di cronaca prima di tutto anche prima del diritto alla privacy dei politici” e continua “A nessuno il dottore ha ordinato di fare politica e chi la fa deve dare l’esempio. Il politico rappresenta le istituzioni e quindi non esistono suoi comportamenti privati che non incidano sulla credibilità pubblica”. Mancava solo l’applauso, ma 348 “like” sono arrivati.

Debora Seracchiani (PD) 2015:
“Va trovato un equilibrio su quello che viene pubblicato a tutela della privacy e di persone che non sono indagate”. Ma come, il diritto di cronaca non veniva prima del diritto alla privacy? E non doveva valere ancor di più per il politico e la credibilità pubblica?




Andrea Orlando (PD) 2009:
Tra i ravveduti spicca così lo stesso ministro della Giustizia, Andrea Orlando. Solo cinque anni fa, da responsabile giustizia del Pd, tuonava contro analogo ddl che veniva presentato dal governo Berlusconi. “La maggioranza lo ritiri”, ammoniva a Montecitorio nell’estate 2010, quando Repubblica usciva a pagina bianca contro la “legge bavaglio”. E perché mai? “Perché l’impostazione del testo è sbagliata: con la scusa della privacy, che oltretutto non viene garantita, punta a bloccare la libertà di informazione e la capacità dello Stato di condurre indagini contro i reati gravi”. Sante parole, quanta saggezza.


Andrea Orlando (PD) 2015:
Oggi però si sentono dire proprio le stesse cose, parola per parola. Ma il ministro proponente – stavolta – è lui.

I berlusconiani, di punto in bianco, presentano una proposta restrittiva a firma dell’allora viceministro Enrico Costa (Pdl). Apriti cielo, quasi cade il Governo: Rosy Bindi (“Tempismo sospetto”), Roberto Speranza (“Non sono la priorità”), Paola Picierno (“Paese ha altre priorità”), Ivan Scalfarotto (“Non sono emergenza voteremo no”), Piero Grasso (“Non si toccano”). Per evitare la rottura, Letta ci mette una pietra sopra: “Non era nel programma”. Dopo due anni di silenzio, incredibilmente, il viceministro contro cui si erano scagliati tutti occupa la stessa poltrona nel governo Renzi, perché ha cambiato casacca lasciando il Pdl per l’Ncd. E tanto basta. E lui ora ricambia: quando legge il testo delega dell’esecutivo a trazione Pd, solennemente, afferma: “Bene. E’ equilibrato”. Amen. Ma dove sono finiti tutti? Nessuno protesta più? Si sono persi tutti per strada?

fonte: ilfattoquotidiano.it


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