domenica 7 giugno 2015

NCD: rappresentanti dei valori cristiani?


NCD potrebbe essere l'acronimo per Nuovo Centro Detenuti visto l'elevato numero di politici indagati e condannati che militano nelle sue fila. Dicono di essere il nuovo centro moderato in grado di incarnare i valori cristiani della "famiglia, equità e giustizia". Nel loro logo compare il famoso scudo crociato, a rivendicare la loro natura cattolica. Ma basta davvero un logo per essere portavoce della comunità cristiana? Di seguito riporto una piccola analisi sui rappresentanti di questa forza politica ed i loro "curriculum". A voi la risposta.  

Dall’abuso d’ufficio alla turbativa d’asta fino al concorso esterno in associazione mafiosa. Reati da brivido quando toccano l’onorabilità e la fedina penale di un uomo politico. E non sono le uniche macchie. Riguardano i Nuovo centrodestra finiti a vario titolo nelle maglie della giustizia. Qualcuno è stato assolto, qualcun altro archiviato. Ma c’è anche chi è stato condannato. Il caso di Maurizio Lupi – peraltro non indagato – è solo l’ultima vicenda che investe un partito che in un anno e mezzo di vita ha già collezionato tanti incidenti di percorso. Che hanno portato nelle aule dei tribunali e agli onori delle cronache 19 parlamentari su 54. Il 35%. Percentuale che non cambia molto se si prende in considerazione l’intero gruppo parlamentare che, sia alla Camera che al Senato, unisce gli eletti del partito del ministro degli Interni Angelino Alfano a quelli dell’Udc di Pier Ferdinando Casini: in questo caso su 69 iscritti, i parlamentari attenzionati dalla magistratura salgono a 23, cioè il 33% del totale. Tanti, troppi, se consideriamo che nella squadra del governo di Matteo Renzi il Nuovo centro destra sta giocando un ruolo importantissimo sul fronte giustizia. Può infatti contare su un viceministro, Enrico Costa, titolare della carica proprio nel ministero di via Arenula guidato da Andrea Orlando (Pd). E poi sul relatore del disegno di legge anticorruzione, impantanato da due anni al Senato: Nico D’Ascola, ex forzista – già avvocato di Claudio Scajola e Gianpaolo Tarantini – passato nel novembre 2013 proprio nelle file del Ncd.

Di seguito riportiamo la lista di alcuni membri di spicco del NCD.
  • ANTONIO AZZOLLINI: senatore, presidente della commissione Bilancio di Palazzo Madama.
    Antonio Azzolini
    Avvocato, classe 1953, passa dai
    Verdi al Pci-Pds fino al Partito popolare. Nella sua carriera politica ci sono poi, nell’ordine, Forza Italia, Pdl e Nuovo centrodestra. I suoi guai giudiziari, invece, iniziano nell’ottobre 2013 quando la Procura di Trani lo iscrive nel registro degli indagati nell’inchiesta sui lavori di ampliamento del porto di Molfetta, città di cui è stato sindaco dal 2006 al 2012. I reati ipotizzati sono associazione per delinquere, abuso d’ufficio, reati ambientali, truffa e falso. Per gli inquirenti l’ex primo cittadino avrebbe avallato l’opera pur sapendo che i costi iniziali sarebbero lievitati per la bonifica dei fondali marini, con un giro d’affari di circa 150 milioni. A dicembre 2014 Azzollini ha però trovato un solido supporto nei colleghi senatori: l’Aula ha negato alla Procura la possibilità di usare le intercettazioni telefoniche che lo riguardano.


  • GIUSEPPE CASTIGLIONE: deputato e sottosegretario all’Agricoltura. È indagato con l’accusa di turbativa d’asta e abuso d’ufficio nell’inchiesta sull’appalto da 97 milioni di euro per la gestione del centro rifugiati di Mineo (Catania), assegnato nel 2014 con un ribasso
    Giuseppe Castiglione
    dell’1%. Finendo così sotto la lente d’ingrandimento dell’Anticorruzione guidata da
    Raffaele Cantone. Il nome di Castiglione, che pure lo scorso anno non ricopriva incarichi pubblici in Sicilia, è stato tirato in ballo da Luca Odevaine, uomo chiave di “Mafia Capitale”. Nel 2012, da presidente della provincia di Catania, Castiglione ha gestito l’emergenza migranti affidando l’appalto ad un consorzio con sede in un ufficio affittato da un altro esponente di Ncd, Giovanni La Via. La sua iscrizione nel registro degli indagati è quindi un atto dovuto. Nel 1999, inoltre, Castiglione è stato arrestato insieme al suocero nell’inchiesta sull’ospedale Garibaldi di Catania. L’accusa: aver favorito imprese vicine a Cosa Nostra. Condannato a dieci mesi in primo grado per turbativa d’asta, è stato assolto in appello.
  • FABRIZIO CICCHITTO: deputato. Tessera 2232 della loggia P2, dopo diciotto anni passati
    Fabrizio Cicchitto
    in
    Parlamento col Partito socialista, nel 1999 si trasferisce in Forza Italia prima di sposare gliideali di Ncd dopo la fine del Pdl. Nel 2009  Cicchitto è indagato per ricettazione dalla procura di Pescara in seguito alla pubblicazione del memoriale della ex moglie del parlamentare azzurro Sabatino Aracu. La donna raccontò ai magistrati che Aracu avrebbe consegnato all’allora capogruppo berlusconiano “somme certamente non inferiori a 500mila euro anche per sostenere la propria candidatura”. Un’accusa dalla quale Cicchitto è stato in seguito prosciolto.
  • NUNZIA DE GIROLAMO: deputato, capogruppo alla Camera. Entrain Parlamento nel 2008 col
    Nunzia De Girolamo
    Pdl. Cinque anni dopo diventa ministro
    dell’Agricoltura del governo Letta e in seguito, nonostante un passato da berlusconiana di ferro,aderisce a Ncd. La sua ascesa subisce una battuta d’arresto nel gennaio 2014. I fatti che la vedono coinvolta risalgono al 2012: nel corso di alcune conversazioni con Michele Rossi e Felice Pisapia, rispettivamente manager e direttore amministrativo della Asl di Benevento, la parlamentare campana avrebbe cercato di imporre le proprie nomine nell’azienda sanitaria. Messa sotto accusa, decide di rassegnare le dimissioni affermando però di essere vittima di un “linciaggio mediatico”. Iscritta nel registro degli indagati con l’ipotesi di abuso di ufficio.
  • ROBERTO FORMIGONI: senatore. A gennaio l’ex presidente della Lombardia è stato condannato in primo grado per diffamazione (pena sospesa) per aver definito i Radicali
    Roberto Formigoni
    “criminali e maestri di manipolazione”. I suoi problemi con la giustizia non si fermano certo qui: Formigoni è infatti imputato nel processo che lo vede accusato di
    associazione a delinquere e corruzione in un filone dell’inchiesta sulla sanità lombarda. Secondo i pubblici ministeri avrebbe garantito protezione alla fondazione Maugeri, attiva nel settore della riabilitazione sanitaria nella Regione guidata in passato dal “Celeste”. Già in precedenza, comunque, Formigoni è finito a processo. Nel 2002 è stato rinviato a giudizio per un’inchiesta sulla bonifica di Cerro (Milano), da cui è stato assolto sia in primo grado che in appello. Nel 2009 ha ricevuto un avviso di garanzia per lo sforamento dei limiti di concentrazione delle polveri sottili in Lombardia. La sua posizione è stata archiviata.
  •  MAURIZIO LUPI: deputato, ex ministro delle Infrastrutture. Dimessosi dal governo Renzi per
    Maurizio Lupi
    il caso Incalza
    , uomo di punta di Comunione e Liberazione, aveva già ricevuto in passato due avvisi di garanzia. Il primo nell’ambito dell’inchiesta “Cascina”, quando contro di lui erastato ipotizzato il reato di abuso d’ufficio per aver dato la Cascina San Bernardo in concessione alla Compagnia delle Opere. Fatti che riguardano il periodo in cui Lupi era assessore allo Sviluppo del territorio al Milano (1997-2001). Il procedimento si è chiuso con il proscioglimento nell’udienza preliminare perché “il fatto non sussiste”. Nel 2014, poi, viene indagato dalla Procura di Tempio per una nomina ai vertici dell’Autorità portuale del Nord Sardegna e di Cagliari. “Ho seguito le procedure”, le parole di Lupi. A Cagliari il processo è stato archiviato.
  •  RENATO SCHIFANI: senatore, capogruppo a Palazzo Madama. Ex democristiano, nel 1995 entra in Forza Italia e dopo aver fatto il consigliere comunale a Palermo diventa senatore. Nel 2008 viene eletto presidente del Senato, ma all’ascesa politica corrisponde anche l’avvio
    Renato Schifani
    di una inchiesta a suo carico. Schifani viene infatti indagato per
    concorso esterno in associazione mafiosa per una vicenda che risale agli anni che precedono il suo ingresso in Parlamento, quando era avvocato esperto di diritto amministrativo. A ottobre 2014 la sua posizione viene definitivamente archiviata. Anche se con molta fatica. Nelle motivazioni il gip Vittorio Anania scrive infatti che “sono emerse talune relazioni con personaggi inseriti nell’ambiente mafioso o vicini a detto ambiente nel periodo in cui lo Schifani era attivamente impegnato nella sua attività di legale civilista ed esperto in diritto amministrativo”. Tali relazioni che però “non assumono un livello probatorio minimo per sostenere un’accusa in giudizio tanto più che, a prescindere dalla consapevolezza dell’indagato dell’effettiva caratura mafiosa dei suoi interlocutori, tali condotte si collocano per lo più in un periodo ormai lontano nel tempo (primi degli anni Novanta). Fatti per i quali opererebbe, in ogni caso, la prescrizione”.
  •  ANGELINO ALFANO. Il suo curriculum, visto il ruolo che ricopre, merita un articolo tutto per lui. A questo link potrete trovare l'analisi del Ministro degli Interni. 
    Angelino Alfano
Concludendo 19 su 54, il 35 per cento, sono i deputati e senatori del partito di Alfano che hanno avuto a che fare con la magistratura. Per reati come abuso d’ufficio, turbativa d’asta e persino per concorso esterno in associazione mafiosa.

Secondo voi, questa gente riesce ad incarnare i valori cristiani?
A nostro avviso, NO!!! 


fonte (con lista completa indagati/condannati NCD): ilfattoquotidiano.it


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